Nell'ultimo fine settimana, sono stato molto "vicino" al Giro Rosa, andando di persona a Corbetta (Mi) dove era in programma la 7° tappa.
Devo ammettere che fino all'ultimo ero indeciso se andarci o meno, perché come tutti o quasi ero al corrente dello tsunami avvenuto il giorno prima, ovvero dell'esclusione, peraltro giusta, di Fabiana Luperini, messa fuori corsa per non aver una bici di "peso". Ma le regole sono regole e se hai un mezzo che non raggiunge il peso regolamentare non puoi correre,ne va della sicurezza dell'atleta e poco importa se la tua è la stessa bici (rapporti a parte) che potrebbe utilizzare un bambino/a di 12 anni o meno, i 180 grammi che servivano per essere in regola si sono smarriti, dopo la pesa effettuata il giorno prima, quando la bici era idonea al regolamento, questo non lo ha spiegato nessuno in primis la giuria stessa.
Giuria ritornata al centro dell'attenzione quando nel giorno successivo, con un'articolo apparso su TuttoBici veniva segnalato che nella carovana Rosa ci potesse essere un team equipaggiato con biciclette non omologate dall'UCI. E qui mi sono reso conto che i giudici non leggono la nota rivista, strano! chi non la legge?
Che confusione !!
Salutando l'amico Daniele di Dama, indaffarato nella stampa delle maglie di classifica, ho notato che lo sponsor stampato su una maglia di classifica, non corrispondeva allo sponsor-nome della squadra, presente sulla divisa ufficiale del team, ma come è possibile che nessun'altro si sia accorto di questa cosa ?
E come se non bastasse, guardando la sintesi dell'ultima tappa, noto che la detentrice della maglia azzurra (classifica italiane) corre con il meritatissimo body di Campionessa Italiana nella specialità crono e non, come penso avrebbe dovuto, con quello da leader di classifica, ma allora la mia "amica" Marianne che il giorno prima mi aveva concesso l'onore di una foto, non poteva correre con il body iridato?
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Gianluca